Passando da Castiglione del Lago di ritorno dalla sua frazione Pozzuolo Umbro (la Via Romea di Stade è sulla traiettoria), sembra che prenda gli occhi quella sottile trafittura d'azzurro cobalto tipico delle volte delle chiese umbre; oltre quelle colline, quell'inconfondibile colore azzurro di contro al cielo di una qualsiasi fine sera d'estate che si identifica nel colore stesso del desiderio dell'inaccessibile, del congedo da ciò di cui si è troppo poco goduto. Contemplo il paesaggio: ordine o disordine? Sono libero di scegliere. Posso pensare alla posizione geografica, alla formazione geologica, al presente e al passato che comunicano nella natura. Questo pezzo di terra umbra fra laghi e tremuli pioppi, al confine con la Valdichiana ha un panorama sobrio e composto che, senza sbalzi né dirupi riesce di collina in collina a non ripetersi mai. I fiori di campo sono un po' gracili e asciutti, la grazia dimessa delle farfalle rassicura, uomini, case e cavalli e libri entrano negli occhi del viaggiatore leggermente, lietamente e lontanamente. Forse è la campagna, quella che dà il sentimento del tempo, il senso esatto delle supreme distanze: la vita e la morte: io sono per la campagna.
Al Romitorio di Pozzuolo Umbro ci si può arrivare anche solo per il gusto di inseguire un libro. Lì infatti è insolito posto di "bookcrossing" e molti sono i libri provenienti da tutto il mondo che accolgono il viaggiatore nella libreria della sala di accoglienza, contrassegnati dal timbro del Romitorio. Chi erano questi viaggiatori che hanno lasciato il loro libro? Erano esploratori o avventurosi o pigri turisti? Al ritorno nelle loro case sentiranno ancora sete di Italia, avranno ancora meraviglie o sogni da inseguire, libereranno libri?
Al Romitorio ti accolgono con un calice di buon vino e un libro da leggere sul far della sera, al suono delle campane della chiesetta del borgo; ed è allora che si sente che il "genio" delle antiche città si ridesta per sopraffare il cuore.
Per alcuni di noi è innegabile che i posti diventino oggetti di un sentimento intenso e assai intimo. Prescindendo dagli abitanti, essi ci possono toccare nell'intimo di creature viventi e noi possiamo stringere con loro un legame di amicizia tra i più profondi e in grado di soddisfarci per sempre. Al Romitorio ci si può vivere abitualmente senza mai perdere il senso del piacere, della meraviglia e della gratitudine. Questo felice borgo infatti possiede quel singolare genius loci che riesce a cambiare in una specie di poesia i pigri e inutili bisogni della vita. Della mia casa dove fui ospitato ne amavo la piacevolezza, i suoi colori dolci, la luce che filtrava al mattino, la quiete vera. Tutto aveva un ritmo lento, confidenziale. È tutto ciò che deriva da quel genere di natura, curata con dolce amore dai proprietari del borgo, natura che per farsi riconoscere non ha bisogno di agghindarsi di molti colori: gli basta il disegno, come in una incisione in bianco e nero, per essere lei. Sono i cavalli e gli asini del Romitorio che ti sorvegliano, come accade tra amici veri.
Il Romitorio, sarà anche per il suo nome, è uno spazio - nido, uno spazio - culla caldo e stabile nel quale rifugiarsi e che torna ad apparire vivibile, dopo molti secoli, ancora arioso, accogliente, dunque ancora aperto ai venti e ai tanti forestieri.
Ci si ritornerà ai primi barlumi di primavera, quando forse si sentirà il bisogno di vedere ancora quella fila ordinata di pioppi che sembrano pennelli allineati, dietro le quinte delle colline dalle linee delicate appena assolate né troppo basse né troppo ripide, in cima alle quali si affacciano case coloniche che sembrano castelli incantati. Questi posti li sappiamo a mente dai tempi del Liceo perché ci apparivano nei quadri dei pittori medievali e rinascimentali: eppure quando ci ripassiamo specie in treno, non si sa da che parte guardare: tante sono di quà e di là le apparizioni che ci fanno voltare. Da quell'apertura di valle si vede ancora per un istante il profilo del Romitorio, dove magari è rimasto qualcosa di qualche forestiero ospitato, forse il libro che ha lasciato. Nel mentre il tempo scorre, la giornata termina e il libro è rimasto. Restano così frammenti di tempo da amministrare con cura. Quanti fili di vite, di romanzi fra pioppi, sui prati…