Canova, i volti ideali

Canova, i volti ideali

Canova, Vestale

Alla Galleria d'Arte Moderna di Milano, il GAM, nella sede neoclassica della Villa Reale, in via Palestro 16, apre al pubblico la mostra Canova. I volti ideali, dal 25 ottobre 2019 al 15 marzo 2020. In mostra si dispiegano volti scolpiti nel marmo, che catturano lo sguardo per la loro variegata magnificenza, conferita dai lineamenti perfetti, dalle acconciature elaborate ed eleganti, ispirate perfino a pettinature rinascimentali, come la Canefora, la portatrice di frutta del Ghirlandaio con la sua crocchia di capelli a treccia, o, viceversa, dal capo pudicamente coperto, come la splendida Vestale assunta a icona della mostra.
Con l'unica eccezione di Paride, in abbinamento a Elena, della quale si può vedere anche il prototipo in gesso con i punti di riferimento da riportare con il compasso sul blocchetto di marmo, quelle che punteggiano le sale sono tutte idealizzazioni femminili: personaggi mitologici come le muse, personificazioni di concetti astratti come la Filosofia o la Pace, giovani donne angelicate, come Beatrice, platonicamente amata da Dante, poetesse mitizzate dell'antica Grecia, come Saffo. Questo piccolo esercito di volti suggerisce una molteplicità dell'universo femminile nella sua essenza. La donna è messa realmente su un piedistallo, ora vezzosa e ora pudica, ora ispiratrice e ora artefice dell'arte, della filosofia, della pace, della poesia.

Trentanove opere, ventiquattro delle quali del grande scultore, nato nel 1757 a Possagno, in provincia di Treviso, vissuto tra Roma e il Veneto ma di respiro internazionale, occupano in ordine cronologico cinque sale della Villa Reale, che nel 1806 aveva ospitato Eugène de Beauharnais, figlio di Josèphine adottato da Napoleone, e la moglie Augusta di Baviera, amanti delle arti. Fanno da cornice stucchi, lampadari di cristallo e, soprattutto, antichi specchi, che moltiplicano le visioni e amplificano in un gioco di rimandi le meravigliose "teste ideali" di donna, come lo stesso Canova le chiamava, perché non corrispondenti a modelli reali. Tali teste femminili, libere da teche, sono esposte su una base di legno di noce appoggiata su semplici colonne. Sono all'incirca all'altezza del viso del visitatore, dunque pienamente fruibili allo sguardo e libere da ogni lato. Le opere di Canova, infatti, sono come "materia viva" e possono essere guardate da tutti i punti di vista, svincolate da canoni rigidi di posizione, caratteristica non scontata per l'epoca.
Nella prima sala Antonio Canova campeggia con il martello e lo scalpello proprio accanto a un volto di donna in marmo in un autoritratto del 1799, che presagisce la serie di "teste ideali" che avrebbe inaugurato pochi anni dopo. Il maestro ha realizzato il filone delle teste ideali in un periodo cronologico che ricopre gli ultimi undici anni della sua vita, conclusasi a Venezia nel 1822, quindi in piena maturità artistica. Si tratta di soggetti autonomi, concepiti e realizzati per come si vedono e non preparatori per opere a figura intera.

Canova, Vestale

Canova, che si occupava della fase ideativa e della finitura delle sue opere, dava vita a questi volti all'apice del suo successo, a latere di impegni per committenti importanti che richiedevano la realizzazione di lavori certamente più complessi e articolati che lo assorbivano moltissimo. Le teste ideali avevano lo scopo di soddisfare la grande richiesta di opere cui l'artista era continuamente sollecitato, avendo avuto un enorme successo in vita. Nella loro esecuzione si sentiva totalmente libero: non trattandosi di ritrattistica, infatti, un genere che Canova non amava, era svincolato dalla committenza e poteva esprimere pienamene la propria ricerca e vocazione interiore.

I curatori della mostra, Omar Cucciniello e Paola Zatti, in un processo meticoloso e fortunato di raccolta e valorizzazione delle teste canoviane sparse per l'Italia e per il mondo, hanno contribuito a offrire con questo inedito filone, mai prima oggetto di una mostra a sé stante, uno sguardo nuovo su un artista molto conosciuto e che grazie al proprio genio mostra di sapere offrire ancora interessanti spunti di riflessione. Le teste ideali di Canova sono anche sapientemente messe in relazione, in un mutuo dialogo, con opere di altri artisti per una riflessione più ampia sulla scultura. Così si vedono teste antiche, come la Zingarella del I-III secolo d.C. ammirata dal Canova e forse ispiratrice della Vestale, ma anche pezzi di età moderna come la donna Velata del 1924 di Adolfo Wildt in un dialogo che abbatte il muro del tempo. In questa ottica nella sala finale spiccano le due teste gemelle Mimesi del 1975 dell'artista concettuale Giulio Paolini, calchi in gesso che riprendono la classicità in chiave moderna con una riflessione sulla riproduzione dell'arte.

Foto dell'intestazione: Stefania Nigretti

Canova. I volti ideali
GAM - Galleria d’Arte Moderna, via Palestro 16, Milano
Da martedì a domenica 9-17.30 (ultimo accesso un'ora prima dell'orario di chiusura); lunedì chiuso. Giorni di chiusura: 25 dicembre, 1° gennaio, Lunedì di Pasqua e 1° maggio.
Intero €10, ridotto €5
Info: 02 88445943 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - http://gam-milano.com